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ITINERARI PARTIGIANI. LA VAL CASOTTO

Itinerari partigiani Val Casotto Tagliante

Itinerari partigiani. La Resistenza in val Casotto
Nella foto: borgata Tagliante, uno dei luoghi della battaglia di Valcasotto


In questa pagina. Pamparato e Valcasotto. Itinerari partigiani in val Casotto: 10. Da Valcasotto alla Navonera – 11. La “Prima Valcasotto”: il Castello di Casotto e il Baraccone – 12. Da Valcasotto a Tagliante – 13. Rifugio Manolino

Per la pagina introduttiva e gli altri Itinerari partigiani clicca qui.


Pamparato e la Val Casotto, fin dall’armistizio dell’8 settembre 1943, ebbero un rapporto notevole con il movimento partigiano e videro la fusione delle due anime della nostra Resistenza: quella risorgimentale e militare – resa poi celebre dalla formazione del maggiore Enrico Martini “Mauri” – e quella civile e repubblicana, incarnata da Folco Lulli. Rivestita di fitti castagneti, la Val Casotto offrì ai resistenti discrete possibilità di alloggiamento e qualche riserva alimentare, nonostante la sua collocazione geografica non rappresenti l’ideale per l’organizzazione della guerriglia. La scelta di stabilirvi fin dall’autunno del 1943 una forte base ribelle nacque pure da una serie di contingenze fortuite: il passaggio dei militari della 4ª Armata italiana in ritirata dalla Francia, la vicinanza dei porti liguri e la sua posizione strategica a ridosso della Statale 28 Sud e della ferrovia Torino-Savona, su cui poter concentrare le azioni di sabotaggio nella previsione, infondata, di un imminente sbarco anglo-americano.

La fama derivante dal continuo afflusso di aspiranti partigiani dal Cuneese e dal Torinese fece del piccolo centro di Valcasotto il luogo deputato ad ospitare nella trattoria “Croce Rossa”, il 24 ottobre 1943, il primo Convegno interregionale partigiano, che ebbe come protagonisti i capi guerriglia del Piemonte e della Liguria.

L’albergo-trattoria della “Croce Rossa”, oggi “Stagionatura” dei formaggi Occelli

La battaglia della val Casotto

La battaglia divampò dal 13 al 17 marzo del 1944, fra i partigiani assaliti dai tedeschi della Wermacht con attacchi convergenti anche dalle valli vicine. Il confronto drammatico coinvolse anche la popolazione e causò morti, feriti, rastrellamenti, incendi, fucilazioni, e infine un’affannosa ritirata nella neve. Il confronto fu impari ma audace, un insieme di sacrifici, di eroismi e anche di errori, ma un insegnamento prezioso per tutte le Formazioni. Mauri impostò un sistema difensivo da manuale che però nella neve alta non funzionò appieno. Il ponte dell’Asino e la strada per Roburent non saltarono come previsto; il comando dovette trasferirsi a Tagliante, mentre i tedeschi, pur frenati da un fitto fuoco d’interdizione, salirono sparando, incendiando, saccheggiando.

I percorsi che proponiamo si sviluppano sui luoghi del rastrellamento messo in atto dalla 356º divisione di fanteria tedesca che generò la “Battaglia di Valcasotto”: l’accerchiamento di centinaia di partigiani, con duri scontri a fuoco sulla rotabile di fondovalle e sugli avamposti difensivi a Serra, a Tagliante, alla Correria, alla Colla di Casotto ed al Baraccone.

Ai fucili dei partigiani gli assalitori rispondevano con colpi di mortaio e sventagliate di mitraglie; disponevano di camion, autoblindo e di un piccolo aereo “Cicogna” che dall’alto individuava le postazioni. Intanto altri tedeschi convergevano dalle valli Tanaro, Mongia, Corsaglia; sicché Mauri, dopo eroica ma vana lotta, dovette disporre la ritirata verso il monte Antoroto, chiedendo tuttavia agli uomini del Baraccone di resistere il più a lungo possibile.

Il castello di Casotto

Affannoso e angosciato il ripiegamento nel buio e nella neve, mentre i tedeschi davano la spallata decisiva sparando ovunque, perquisendo borgata per borgata, casa per casa, accanendosi in particolare su Tagliante, poi su Casotto e sul Castello. Rastrellamenti ovunque, minacce di morte e fucilazioni di civili. 115 i partigiani caduti o fucilati o catturati e portati a Ceva, Savona o nei lager; 17 le vittime civili; una settantina le case bruciate; in fiamme anche baite, fienili e seccatoi. Un centinaio le famiglie private di un tetto.

Avventurosamente Mauri e i suoi si spostarono in Langa, su un terreno diverso per riorganizzare la lotta cercando di far tesoro di quell’esperienza drammatica. Lo riconobbe Mauri in un suo rapporto steso a caldo: assumere in montagna uno schieramento statico e condurre una guerra di posizione era esperienza da non ripetere. La battaglia pose drammaticamente fine a questa prima esperienza resistenziale in valle e il 6 aprile vi giunse una squadra della legione fascista “Muti” per impedire il ritorno dei ribelli.


Pamparato e Valcasotto

Pamparato (con Google Maps qui) fu il fulcro di tutti gli avvenimenti storici del periodo in valle. Il pannello esplicativo collocato sulla piazza principale consente di comprendere la diramazione dei percorsi. Di qui, percorrendo in auto per 2 km il tratto di strada asfaltata verso sud, in direzione della Colla di Casotto, si trova monumento ai caduti delle Formazioni Autonome che qui operarono (Gogle Maps qui). Dopo circa 5 km si raggiunge il paese di Valcasotto dove si trova l’ex trattoria “Croce Rossa” (qui), sede del Convegno interregionale partigiano, attualmente adibita a locale di stagionatura del formaggio.

Le stagioni ideali per questi itinerari sono tra la primavera e l’autunno avanzati: in inverno la zona è interessata da precipitazioni nevose assai abbondanti; la quota non eccessiva potrebbe rendere estremamente faticose in particolare le escursioni sul versante della sinistra idrografica. È pure opportuno, nel percorso a piedi o in mountain-bike, evitare i periodi immediatamente successivi alle grandi piogge, quando il terreno può presentarsi in diversi punti assai fangoso.


Itinerario 10. Da Valcasotto alla Navonera

Itinerari partigiani val Casotto Navonera

Questo itinerario verso il rifugio della Navonera consente di visitare l’intatto ambiente montano che ospito sulla sinistra del torrente Casotto i primi partigiani provenienti da Torino nel settembre del 1943. La posizione defilata dell’edificio da essi occupato (ex casermetta della Guardia alla frontiera) sulla displuviale della Valle Corsaglia, strategicamente rilevante per il controllo intervallivo dell’area, ma esterno ad ogni centro abitato, e la relativa marginalità del luogo rispetto ai centri di fondovalle, evidenziano visivamente ancora oggi l’isolamento del nucleo repubblicano di Folco Lulli rispetto ai ribelli locali. Il rifugio fu distrutto il 23 novembre 1943. Da Valcasotto si imbocca sulla destra una ripida e stretta strada in discesa (indicazione “San Lorenzo”) che scende alle case Ferriera e porta a superare il torrente Casotto: subito dopo il ponte si tiene il ramo di destra che, costeggiato brevemente il corso d’acqua, oltre la cascina Piano, inizia ad inerpicarsi con stretti tornanti tra i boschi di faggio e castagno. A quota 1180 circa il sentiero passa un rio su un piccolo ponte formato da un unico blocco di pietra, poi incontra a sinistra, in corrispondenza di un tornante appena oltre una borgata, la deviazione per la borgata Tagliante e con essa la possibilità (difficoltosa) di collegamento al percorso 10. Si ignori la deviazione e si prosegua fino alle case Chini, ove si seguono le indicazioni per “San Lorenzo Navonera”: ad un bivio lasciare a sinistra il ramo che conduce al rifugio “Manolino” e proseguire fino a costeggiare la bella cappella di San Lorenzo. Tra vegetazione ora più rada si prosegue sulla strada che con pendenza costante, superate le case Marchi (1240 m.), porta alla Colla Navonera (1419 m.): si intende con questo nome l’ampio colle posto tra la Valle Casotto e la Val Corsaglia, delimitato a nord dalla sommità del monte Alpet (1611 m.). La Colla Navonera ospita oggi una piccola chiesa (intitolata alla Madonna delle Nevi) che protegge un antico pilone e, più avanti, il nuovo rifugio “Navonera” (Google Maps qui). L’itinerario richiede per andata e ritorno a piedi circa 4 ore e mezza ed è percorribile in auto. Dislivello: 357 m.

Il Rifugio Navonera – Itinerari partigiani in val Casotto

Itinerario 11. La “Prima Valcasotto”: il Castello di Casotto e il Baraccone

Proseguendo in auto da Valcasotto in direzione della Colla di Casotto, dopo circa 3 km, si reperisce sulla destra una deviazione che porta in discesa ad un ampio spazio accanto alla Correria del castello (Google maps qui). Parcheggiare e ritornare a piedi alla rotabile principale. Percorsi circa 50 metri in direzione Valcasotto, si imbocca una salita sulla destra che raggiunge i ruderi di un’antica magione abbandonata: la Grangia. Proseguendo ancora si trova il bivio che a sinistra conduce verso borgata Surie. Scegliere la strada a destra che dopo una traversata tra i prati inizia a inerpicarsi con con ampie svolte fino ad incontrare il grande edificio adibito a stalla e denominato “Baraccone”, che ospito la squadra partigiana del tenente Mario Ardù (quota 1300 m. circa). Poco oltre il Baraccone si raggiunge facilmente la cima del Bric dei Sandri.

Il “Baraccone”. Sullo sfondo, il monte Mindino

Tornati all’auto non resta che visitare il Castello di Casotto, assolutamente da non perdere. Antico monastero, divenne poi dimora estiva dei Savoia e, durante la guerra, sede del Comando dei partigiani autonomi di “Mauri”. Info qui. Verificare orari di apertura e prenotazione visite. Il Castello si raggiunge dalla Correria proseguendo sulla strada, che alterna sterrato a tratti lastricati, per circa 700 m.


Itinerario 12. Da Valcasotto a Tagliante

Itinerari partigiani val Casotto Tagliante

Da Valcasotto si prosegue sulla rotabile di fondovalle ancora per circa 100 m per svoltare a destra in corrispondenza del cimitero: il viottolo procede in leggera discesa per poi proseguire, sullo sterrato, in lieve salita sempre sulla destra orografica. A circa 700 m dal paese, un cartello di legno segnala a sinistra la breve deviazione per cascina Biula, prima sede operativa della banda di Folco Lulli, per raggiungere la quale il sentiero erboso sale con alcuni tornanti fino ad entrare nel fitto della vegetazione, attraversa un torrente, transita sotto ad alcuni caseggiati abbandonati. Con una lieve salita si prosegue fino alla cascina in una zona ora più libera dalla vegetazione. Il sentiero scende poi verso il fiume, con un ultimo tratto in un prato più aperto. Giunti nei pressi del corso d’acqua, lo si fiancheggia fino al ponte, dove ci si ricollega al percorso principale.

Cascina Biula

Proseguendo sullo sterrato, si perviene ad un ponte che attraversa il torrente presso la borgata San Rocco, dove da sinistra rientra chi avesse seguito la deviazione per cascina Biula. Passati sull’altro versante della vallata, ci si eleva ad ampi tornanti nei boschi di castagno. La pendenza è sempre regolare. La strada termina a quota 1168 m., in corrispondenza dell’ampia insellatura, dove sorge la borgata Tagliante. L’abitato è dominato da una chiesa di dimensioni inusuali, a sottolineare la numerosa popolazione insediata anni or sono in queste vallate. Dalla piazzetta lo sguardo si estende verso ovest sulla dorsale che dalla cima Robert raggiunge il Colle della Navonera mentre a sud è chiaramente individuabile la testata della Val Casotto. Il ritorno si svolge per la stessa via. L’itinerario richiede a piedi circa 3 ore e mezza, andata e ritorno. Dislivello: 352 m. Tagliante da inizio ottobre 2020 è isolata causa alluvione e conseguente crollo dei ponti che la collegano al versante opposto della valle. Ma resistono gli antichi sentieri e il ponte sarà ricostruito. Un abitante vi risiede ancora tutto l’anno.

Borgata Tagliante

Itinerario 13. Il rifugio “Manolino” e la chiesetta costruita per un voto, dopo la battaglia

Ogni anno al rifugio Manolino (sotto l’alpe di Pietrabruna), i Baldracco, guardiani del Castello di Casotto ai tempi della battaglia, offrono pranzo alla popolazione di Valcasotto per ringraziarla del contributo dato nella costruzione della cappella eretta come voto per essersi salvati dalla “caccia” tedesca. Questa famiglia non fece mai mancare l’apporto al movimento partigiano. I tedeschi e la milizia repubblicana invasero il castello sfondando i portoni con mezzi blindati: i Baldracco, però, si erano già messi al sicuro a bordo di slitte.

Per raggiungere il “Manolino” ci sono due strade. La più “storica” è quella che, superata la chiesetta di San Lorenzo, invece di prendere per la Navonera (a destra), gira a sinistra in direzione della Valletta (v. itinerario 8). In parte si tratta di una strada bianca, percorribile con fuoristrada. Arrivati alla casetta del malgaro (che il Comune prevede di ammodernare), la strada diventa un sentiero attraverso il boschi piuttosto pianeggiante e molto suggestivo. L’altra strada è quella che dalla Colla di Garessio sale al monte Berlino e ridiscende giù verso l’Alpe di Pietrabruna dopo una lunga serie di tornanti.


Borgata Tagliante – Disegno di Ernesto Billò

PER APPROFONDIRE – LE FONTI – Itinerari partigiani in val Casotto – La Resistenza a Valcasotto

Questa pagina è stata realizzata utilizzando: “I sentieri della Libertà in provincia di Cuneo – Memoria delle Alpi”, Piermario Bologna, Istituto Storico della Resistenza e un articolo di Ernesto Billo sull’Unione Monregalese del 17 marzo 2021

Pamparato ha ricordato i giorni della battaglia di Val Casotto – Testimonianza di Ugo Robaldo – L’Unione Monregalese

Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea della Provincia di Cuneo

Materiale fotografico d’epoca fornito da Alessandro Briatore, corrispondente dalla val Casotto per L’Unione Monregalese. Al primo Convegno partigiano erano presenti sua nonna e bisnonna, proprietarie della trattoria Croce Rossa.


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ITINERARI PARTIGIANI NEL MONREGALESE – La battaglia di Val Casotto

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