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La grande Fiera del Santuario di Vicoforte

fiera santuario vicoforte

L’otto settembre è grande festa per il monregalese: per la festività della Natività di Maria si organizzano diverse manifestazioni, tra cui la grande Fiera del Santuario di Vicoforte.

Le generazioni più mature ricordano ancora i tempi in cui ogni anno, la sera del 7 settembre, le colline si illuminavano di tanti falò, nei dintorni di Mondovì e Vicoforte. Nel cielo esplodevano i colori dei fuochi d’artificio dalla collina di Piazza, e al Santuario, tutto illuminato per l’occasione, esplodeva la festa.

Festa grande, per la Regina del Monte Regale, la Madonna del Santuario di Vicoforte, la Maria Bambina cui ogni anno è obbligo rendere omaggio prima di immergersi nella bolgia delle bancarelle, delle giostre e dei festoni della fiera più grande del nord-ovest.

Una manifestazione colossale, che attira gente da tutto il nord Italia, dalla Liguria e dalla Francia. Un flusso di turisti, pellegrini, commercianti che si incrociano qui, all’ombra del Santuario e in tutte le vie, con centinaia di stand e bancarelle. Un evento che è saltato solo tre volte, nel corso della storia . Quella del 2020, con l’emergenza sanitaria, è stata l’ultima, le altre due sono state il 1630 per la peste e il 1944 per la guerra.

La Fiera della Madonna dell’8 settembre, seguita tradizionalmente dalla “Feròta” (oggi i banchi permangono fino a fine manifestazione, ma tradizionalmente alcuni se ne andavano e il numero di espositori si riduceva. Da qui il termine) è la manifestazione più nota a tutti i monregalesi, un appuntamento irrinunciabile. I bambini circolano incuriositi nello spazio dedicato agli animali, osservando i nobili cavalli, curiosando tra gli animali della fattoria e da allevamento e meravigliandosi con i mille colori e i mille suoni degli uccelli. Per grandi e piccini è attivo il grande luna park, sul fronte esterno della palazzata del Santuario. In mezzo è tutto un dedalo di espositori, dai banchi più tradizionali di abbigliamento, artigianato e enogastronomia, alle offerte ed alle curiosità più strane. Quando si viene al Santuario è difficile tornare a casa senza avere almeno un acquisto in attivo: sono tante e tali le cose che si possono trovare sulle bancarelle che prima o poi qualcosa colpisce senz’altro il nostro occhio.

Quattro secoli di affari all’ombra del Santuario

“Per albergarli o difenderli almeno dalle intemperie, non bastando le case che loro aprivano con la più amorevole ospitalità, avevano costruito molte capanne in legno e stese nei dintorni molte tende; avevano usato ogni diligenza perché i viveri non mancassero, con grande meraviglia di tutti non mancarono mai e non rincararono mai per ingorde speculazioni”

(Ordinato dell’8 agosto 1603 – Consiglio della città di Mondovì)

Il binomio affari e spiritualità è insidioso, ricordiamo tutti l’episodio evangelico di Gesù che caccia i mercanti dal tempio, ma, almeno a Vicoforte, sacro e profano hanno trovato un onesto compromesso. La tradizione vuole che si arrivi alla festività con una novena di preparazione. La sera del 7 settembre si sparano i tradizionali fuochi in onore di Maria, la mattina dell’8 dai paesi vicini si va in processione al Santuario per la grande Messa. Poi via libera ai festeggiamenti e alla Fiera.

La tradizione della Fiera divenne sempre più popolare e importante, ovviamente, parallelamente all’incremento del flusso di pellegrini e devozione popolare legata al Santuario. Mano a mano che la popolarità e il prestigio religioso del Santuario crescevano, con l’aumento delle visite, Vicoforte diventava un crocevia importante anche per il commercio. Il primo salto di qualità per la fiera arrivò nel 1601, con la proclamazione da parte di Papa Clemente del Giubileo di 4 mesi, che portò centinaia di pellegrini a Vicoforte, per venerare il pilone della Madonna della Pace. In quegli anni i monregalesi addirittura coniarono alcune monete con l’effige della Madonna di vico. Con l’ordinato dell’8 agosto 1603 il Consiglio della Città di Mondovì stabilì che la fiera, che solitamente si teneva da Ognissanti a San Martino, sarebbe stata commutata in quella presso il Santuario della Natività di Maria a Vicoforte.

“Laonde se il Giubileo provvedeva ai devoti, la fiera aggiungeva un nuovo concorso di gente, attraendo da tutte le parti commercianti, bottegai, bifolchi che, comprando e vendendo, mille contratti effettuavano e mille bisogni soddisfacevano

(Ordinato dell’8 agosto 1603 – Consiglio della città di Mondovì)

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